Consegna a domicilio di farmaci: luci e ombre di un settore non regolamentato
Il servizio di consegna a domicilio dei farmaci, da non confondere con la vendita online dei farmaci, è un fenomeno ormai ampiamente diffuso.
A seguito dell’emergenza sanitaria, il settore “home delivery” ha subito una crescita importante e ha portato numerose realtà ad approfittare del momento per fare ingresso nel settore farmaceutico.
Sebbene il servizio di consegna a domicilio non trovi un perimetro di regolamentazione definito da norme ad hoc, esso prevede il rispetto di specifiche procedure che consentano l’osservanza di tutta la normativa che impatta sulla deontologia del farmacista, sui diritti del cittadino e sul trasporto dei prodotti richiesti.
Il tema è di assoluta attualità ed è in corso un tavolo tecnico istituito dal Ministero della Salute a settembre 2023 che vede il contributo delle associazioni di categoria e dei principali player di settore.
La Crescita dei servizi di consegna a domicilio
La dematerializzazione delle ricette, unitamente alle difficoltà negli spostamenti fisici derivanti dalle misure di prevenzione e contenimento del virus Covid-19, hanno dato nuova linfa ed aperto nuove possibilità per i servizi di consegna a domicilio dei farmaci.
Durante la pandemia, la necessità di ridurre al minimo i contatti interpersonali e di garantire l’accesso ai farmaci ha spinto molti cittadini a rivolgersi al servizio di consegna a domicilio.
Questa tipologia di servizio non solo ha garantito la continuità delle cure per i pazienti, ma ha anche permesso alle farmacie di rimanere operative in un periodo di estrema difficoltà.
La crescita esponenziale dell’intero settore “home delivery” ha, pertanto, comportato il consolidamento della presenza di alcuni player, nonché l’ingresso di nuove realtà.
Le normative vigenti e le sfide regolamentari
La consegna a domicilio dei farmaci è un fenomeno già da tempo presente sul mercato e destinato a crescere esponenzialmente, anche per effetto del continuo aumento delle quote di popolazione anziana e affetta da co-morbilità.
Nonostante la popolarità del servizio di consegna a domicilio, attualmente non esiste una normativa specifica che regoli questa attività.
L’attività di consegna a domicilio, se intesa come servizio post vendita, non presenta particolari criticità.
Per poter offrire questa attività ai clienti (in proprio o affidandosi a fornitori terzi), le farmacie devono rispettare le norme esistenti in ambito deontologico-professionale, i diritti dei cittadini e le condizioni di trasporto dei farmaci. Particolare attenzione deve essere posta a conservazione e trasporto dei farmaci n particolare, a garanzia di efficacia e sicurezza del prodotto. Inoltre, devono essere rispettate le norme sulla privacy dei dati personali dei pazienti, soprattutto per quanto riguarda dati relativi alla salute.
Negli ultimi anni, tuttavia, sono proliferate società (provider) che, tramite app, offrono una serie di servizi agli utenti, occupandosi pressoché interamente del processo di acquisto dei farmaci.
In questo modo, l’utente si interfaccia direttamente con la piattaforma gestita dal provider, scegliendo la farmacia di fiducia presso la quale desidera approvvigionarsi tra quelle disponibili, inserisce i propri dati e seleziona il prodotto, eventualmente caricando direttamente sulla app anche la relativa ricetta.
Il provider, dietro apposita delega/procura del paziente, acquista in nome e per conto del paziente stesso il farmaco presso la farmacia da questi selezionata e lo consegna allo stesso.
Le criticità
Sono numerosi gli aspetti che destano perplessità, in ragione, come detto, dell’attuale assenza di regolamentazione normativa specifica dell’attività.
In primo luogo, il fatto che la delega che l’utente rilascia in favore del provider abbia ad oggetto non la mera consegna del farmaco, bensì l’intero processo di acquisto dello stesso, potrebbe favorire fenomeni di accaparramento delle prescrizioni e di condizionamento nella scelta della farmacia, soprattutto qualora i criteri di selezione della farmacia sul portale del provider non siano del tutto trasparenti.
Inevitabili, inoltre, i riflessi sul rapporto tra farmacia e cliente che non è più diretto, ma mediato.
Ulteriori dubbi sorgono nel caso in cui sia prevista la possibilità di attivare il flusso inverso, ossia anziché utente-provider-farmacia, farmacia-provider-utente.
Nel caso in cui sia la Farmacia ad attivare il provider per la consegna del farmaco al Cliente, sembrerebbe mancare un regolare passaggio di conferimento delle delega da parte dell’utente.
Le attuali modalità di erogazione del servizio di consegna a domicilio dei farmaci da parte di provider terzi sembrano avere numerosi aspetti confliggenti con la normativa sulla vendita dei farmaci a distanza, contenuta nel D.lgs. n. 219/2006 (Codice del Farmaco), con particolare riferimento a rischi di:
- Elusione delle disposizioni che riservano la vendita di medicinali online a soggetti autorizzati;
- Aggiramento del divieto di acquistare a distanza farmaci con obbligo di prescrizione medica.
Il ruolo del Ministero della Salute e il Tavolo Tecnico
Le criticità emerse e segnalate nel settore dell’home delivery del farmaco, compresa l’esigenza di maggiore regolamentazione, sono state colte altresì dal Ministero della Salute.
Per affrontare le sfide e le opportunità del servizio di consegna a domicilio dei farmaci, nel mese di settembre 2023, il Ministero ha così istituito un tavolo tecnico finalizzato all’ “approfondimento delle problematiche relative all’attività di dispensazione al pubblico di medicinali per uso umano, con particolare riguardo alla vendita online”.
Il lavoro del tavolo tecnico del Ministero della Salute, che riunisce le associazioni di categoria e i principali player del settore, sarà cruciale per delineare le future normative e garantire un equilibrio tra innovazione, sicurezza e rispetto dei diritti dei pazienti.